IL MIO BAMBINO È GOFFO… QUANDO MI DEVO PREOCCUPARE?

IL MIO BAMBINO È GOFFO… QUANDO MI DEVO PREOCCUPARE?

Quante volte abbiamo osservato i bambini giocare, correre, saltare e ci siamo accorti che alcuni di loro non hanno movimenti fluidi e armoniosi.

Questo dato può essere semplice goffaggine oppure può essere un segnale di disprassia. Andiamo a vedere di cosa si tratta.

Definiamo prima di tutto cosa si intende per prassia: è la capacità di analizzare le informazioni ambientali, trattenere quelle necessarie, ordinarle e organizzarle per raggiungere uno scopo. 

Parliamo invece di disprassia quando il complesso meccanismo appena descritto per programmare un’azione e arrivare a un obiettivo si inceppa e causa delle difficoltà che si possono osservare sul piano motorio globale o fine, sul piano organizzativo, sulle routine della vita quotidiana e sugli apprendimenti, in particolare lettura e scrittura. La disprassia viene anche definita come disturbo della coordinazione motoria e rientra nell’insieme dei disturbi del neurosviluppo. 

I principali segnali d’allarme che possono far pensare che un bambino è disprassico sono:

  • Goffaggine e scarsa agilità, caratterizzata da movimenti impacciati e maldestri, cadute frequenti e tendenza ad inciampare
  • Ridotta capacità nelle abilità grafiche, come scrittura e disegno, o nelle abilità manuali
  • Difficoltà a compiere alcune attività di vita quotidiana, come vestirsi e svestirsi o preparare lo zaino di scuola
  • Facile distraibilità e affaticabilità nei compiti che richiedono un importante sforzo dal punto di vista organizzativo
  • Posture inadeguate, che dipendono da una scarsa consapevolezza del proprio corpo 
  • Difficoltà a orientarsi nello spazio 
  • Lentezza esecutiva.

Per fare un inquadramento corretto delle difficoltà e delle capacità del bambino è necessaria una valutazione specialistica che avviene attraverso alcuni test che valutano le abilità del bambino di organizzare e pianificare i movimenti e le azioni. 

Una volta identificato questo disturbo è possibile intraprendere un percorso abilitativo e riabilitativo che consente al bambino di apprendere e fare sue alcune strategie che lo aiutano nella quotidianità.

È necessario tenere a mente che i bambini disprassici non sono meno intelligenti o pigri, anzi presentano alcuni tratti che consentono di compensare le difficoltà organizzative e pianificative.

Dott.ssa Ilaria Dissette

Terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva