Scrivere proprio non mi piace. Simona e la disortografia.
Scrivere proprio non mi piace. Simona e la disortografia.
Ciao, sono Simona (nome di fantasia), ho 9 anni e scrivere proprio non mi piace.
A scuola vogliono che scriva in corsivo ma se scrivo in corsivo faccio tanti “orrori” – come li chiama la maestra – di ortografia.
Come posso fare? Molte volte non voglio ASSOLUTAMENTE scrivere.
Bentornati! Eccoci qua con un nuovo argomento. Oggi parliamo di DISORTOGRAFIA.
La disortografia è un disturbo specifico dell’apprendimento, più specificatamente della componente ortografica della scrittura. Tale fragilità emerge in particolar modo attraverso 3 errori specifici:
- Errori Fonologici, nei quali ciò che il bambino scrive non corrisponde a ciò che è stato detto;
- Errori Non Fonologici, ad esempio separazioni o fusioni illegali;
- Errori Fonetici, cioè accenti e doppie.
Inoltre, come la dislessia, esistono 2 parametri da osservare in sede di valutazione: la velocità di scrittura e la correttezza ortografica.
Le caratteristiche (https://www.aiditalia.org/come-si-riconoscono-i-dsa) di questo disturbo sono:
- scarsa autonomia nella scrittura delle parole;
- sostituzioni o elisioni di lettere;
- difficoltà nell’atto della scrittura.
Campanelli d’allarme e diagnosi
La diagnosi di disortografia è possibile quando il bambino è in classe terza della scuola primaria (solo in casi eccezionali anche durante la fine della classe secondo) ma questo non vuol dire non riuscire ad osservare possibili campanelli d’allarme emergenti durante la classe seconda. Tra questi campanelli d’allarme troviamo:
- commette molti errori ortografici;
- ha difficoltà nello scrivere in corsivo;
- fatica nel copiare alla lavagna;
- scambia lettere graficamente o foneticamente simili, ad esempio f-v, p-b, m-n;
- gestisce non adeguatamente lo spazio del foglio.
Riuscire ad individuare queste prime difficoltà e quindi fare un intervento precoce possiamo permettere al bambino una maggiore serenità durante le ore scolastiche e durante lo svolgimento dei compiti.
Cosa possiamo fare dopo una diagnosi di Disortografia?
Il ruolo della scuola e della famiglia
Successivamente alla diagnosi di disortografia le figure che più devono mettersi in gioco oltre al bambino sono la famiglia e la scuola. Ma in che modo?
L’insegnante è opportuno che metta in atto alcune strategie per favorire l’apprendimento del bambino. Nello specifico può:
- dispensare il bambino dalla scrittura quando non è questo il primo obiettivo richiesto;
- far copiare il bambino da un foglio dispensandolo dalla copiatura alla lavagna;
- lasciare un tempo maggiore per permettere al bambino di completare il lavoro che deve svolgere;
In casi più complessi, e dove il bambino è seguito e guidato, può essere inserito l’utilizzo del computer (dettatura, rilevamento automatico dell’errore)
La famiglia può:
- familiarizzare con il bambino nell’uso degli strumenti compensativi in accordo con la scuola e se, presente, con il clinico di riferimento;
- comunicare, ascoltare e accogliere le esigenze e i bisogni del bambino.
Non abbiate timore di chiedere aiuto nel momento in cui notate fragilità di questo tipo nei vostri bambini. Una diagnosi di disortografia permette un maggior benessere nella vita del bambino.
Dott.ssa Giorgia Ghiraldini
Educatrice socio-pedagogica
Bibliografia:
- https://www.aiditalia.org/che-cosa-sono-i-dsa
- Cornoldi C., Difficoltà e disturbi dell’apprendimento, 2007, Editore il Mulino, Bologna