Facciamo un pò di chiarezza: emozioni ed empatia

Facciamo un pò di chiarezza: emozioni ed empatia

Le emozioni

Le emozioni pervadono la nostra vita quotidiana. Secondo la teoria evoluzionistica, le emozioni sono processi che consentono all’individuo di adattarsi all’ambiente, di interagire con le persone e riconoscere le situazioni di pericolo. 

Le emozioni hanno due funzioni fondamentali: 

  1. Relazionale (di comunicazione con gli altri individui) 
  2. Autoregolativa (di comprensione e gestione dei propri stati interni).
Classificazione delle emozioni

Le emozioni possono essere:

  1. Primarie: universali e innate, presenti in diverse culture (gioia, tristezza, rabbia, disgusto, paura, stupore). 
  2. Secondarie o complesse (vergogna, colpa, rimorso, invidia), che sono socialmente trasmesse regolamentate in base a modalità idonee di espressione.
Le emozioni sono una forma di intelligenza?

Le emozioni contribuiscono a una forma importante di intelligenza. La cosiddetta intelligenza emotiva, teorizzata da Daniel Goleman, consiste nella capacità di riconoscere e gestire i propri e altrui sentimenti e quindi contribuire al benessere di sé stessi e degli altri. Goleman ha suggerito che l’intelligenza emotiva sia composta da 5 competenze emotive: 

1) Consapevolezza: identificare le proprie emozioni, le loro cause scatenanti e le loro conseguenze

2) Autocontrollo: regolare e gestire le proprie emozioni

3) Motivazione: necessaria per raggiungere i propri obiettivi. 

4) Empatia: mettere nei panni altrui per comprenderne gli stati emotivi. 

5) Abilita’ Sociali: per una adeguata interazione con le persone.

La regolazione emotiva

La regolazione emotiva dipende dai processi di monitoraggio, valutazione e aggiustamento delle reazioni emotive; essa consente di avviare, interrompere o modulare gli stati interni e il comportamento legati al proprio stato emotivo.

Ciò che pensiamo delle emozioni influenza la nostra disponibilità ad accettare e mostrare all’esterno tali stati emotivi. Infatti, le nostre valutazioni negative rispetto al vivere e mostrare un’emozione a volte ci portano a non ascoltare fino in fondo i nostri vissuti interni. Per far questo, facciamo ricorso a svariate strategie di evitamento delle emozioni (distrazione, concentrazione su attività da svolgere, utilizzo del solo pensiero razionale..), che si rivelano il più delle volte controproducenti, in quanto ci fanno perdere parti importanti della nostra esperienza e a lungo andare ci fanno un po’ perdere anche il contatto con noi stessi. Non ultimo, l’abitudine a reprimere o negare le emozioni porta queste ultime a trovare comunque modalità e tempi per irrompere di tanto in tanto nel nostro vissuto, con risultati difficilmente prevedibili ma che comportano a volte reazioni impulsive e stati di confusione.

E l’empatia cosa ha a che fare con le emozioni?

L’ empatia è la capacità di metterci nei panni delle altre persone per comprenderne le emozioni e i vissuti interni, per cui risulta una competenza importante che ci consente di instaurare e mantenere nel tempo relazioni interpersonali stabili e autentiche. Essa è data dalla capacità di ascolto, dal guardare le cose ponendoci dal punto di vista dell’altro, per raggiungere la sintonia emozionale che ci consente di esperire le cose in modo il più simile possibile all’altro.

Le neuroscienze supportano l’esistenza di una sede fisica per l’empatia, che avrebbe luogo nei neuroni specchio, strutture specifiche che mostrano di attivarsi non solo quando eseguiamo una specifica azione ma anche quando quella stessa azione è da noi solo osservata, perché in realtà svolta da un altro individuo. Tale attivazione neurale in risposta all’osservazione delle azioni si verificherebbe anche per gli stati emotivi e ci porterebbe quindi a comprendere il vissuto emotivo altrui dall’osservazione delle sue espressioni e reazioni. 

L’empatia può suddividersi in diverse tipologie:
  1. Cognitiva: il comprendere il punto di vista altrui, anche se senza la componente di interesse per ciò che provano le altre persone e di attivarsi per aiutarle.
  2. Emotiva o Affettiva: capacità di esperire le sensazioni altrui
  3. Compassionevole: che include le componenti dell’empatia cognitiva e di quella affettiva, con l’aggiunta dell’intuizione legata al come fare per aiutare l’altra persona.
È possibile sviluppare l’empatia?

Sarebbe difficile capire gli altri senza farlo prima con sé stessi, per cui possiamo affermare che la conoscenza degli altri nasca innanzitutto dalla consapevolezza di sé. Dopo, ovviamente, segue il desiderio e l’impegno nell’immedesimarsi autenticamente negli altri, distinguendo e mettendo da parte i propri punti di vista e le proprie idee sulle cose, per ascoltare quelli altrui. 

E in ultimo i sentimenti…

I sentimenti (amore, amicizia, stima, simpatia, fiducia) sono emozioni particolari, in quanto connotate da una componente cognitiva che rappresenta la parte di interpretazione della componente emotiva. È per questo che i sentimenti sono più duraturi delle emozioni; la consapevolezza anche cognitiva dei propri stati interni, infatti, conferisce una connotazione più ampia e una maggiore stabilità ai vissuti, permettendo alle emozioni di diventare sentimenti.

Attenzione!

In base alla panoramica qui presentata, è chiaro che le emozioni e i sentimenti siano in psicoterapia un focus di lavoro molto importante. Nel percorso di trattamento il lavoro si concentra spesso infatti sulle credenze che la persona ha maturato in merito alle proprie emozioni, al fine di promuovere pensieri più adattivi, che aumentino la capacità del paziente di ascoltarsi in maniera autentica e di accettare i propri vissuti, step quest’ultimo necessario per poter pian piano imparare a gestirli nel rapporto con se stesso e con gli altri.

Diana Mabilia