Come le relazioni del passato influenzano quelle future: alla scoperta degli stili di attaccamento
Come le relazioni del passato influenzano quelle future: alla scoperta degli stili di attaccamento
Quando parliamo di relazioni sappiamo che maneggiamo materiale delicato, a chi di noi non è mai capitato di vivere relazioni che finivano in modo simile alle precedenti? Oppure chi di noi non si è mai chiesto il perché finiva sempre con il solito tipo di partner?
Questo articolo vuole essere un primo spunto per permetterti di riflettere su te stesso, non ha assolutamente la prerogativa di ridurre in semplici categorie l’intero agire e sentire umano.
Fatta questa necessaria premessa, ecco di cosa stiamo parlando: quando mi riferisco alle relazioni del passato non sto parlando della tua prima cotta ma della relazione che nascendo in questo mondo tu hai instaurato con la figura che si è occupata del tuo accudimento, che sia la mamma, il papà, la nonna o la babysitter, poco importa.
La teoria dell’attaccamento, elaborata da Bowlby secondo il quale le relazioni di attaccamento nell’infanzia costituiscono il prototipo di tutte le relazioni d’amore che il soggetto instaurerà nel corso della sua vita, evidenzia l’importanza del legame che si instaura tra bambino e genitore/caregiver nella strutturazione dei modelli operativi interni, ovvero quegli schemi comportamentali che saranno alla base delle relazioni future dell’adulto.
Infatti, il nostro modo di relazionarci con gli altri dipende dalla modalità appresa nel corso dell’infanzia. La risposta data dal caregiver all’esigenza del bambino, creatura debole e indifesa, di ricevere cure, protezione e attenzioni condiziona profondamente lo stile di attaccamento dell’individuo per il resto della sua vita, andando ad influenzare tutti i successivi rapporti affettivi, in particolare i legami di coppia e quelli che si instaurano tra genitore e figlio.
Cosa facilita il nostro creare “Buone relazioni”?
La capacità della figura di attaccamento primaria di comprendere e rispondere ai segnali del bambino consente a quest’ultimo di sviluppare un’affettività sana, correlata ad un’immagine positiva di sé stesso e ad un’idea di accettabilità delle proprie esigenze profonde che possono essere apertamente manifestate. In questo caso si parla di attaccamento sicuro: il bambino che riceve le giuste attenzioni matura un’immagine di sé come degno di amore e cure poiché il caregiver si dimostra disponibile e attento, prendendo in seria considerazione i suoi bisogni. Le forme di attaccamento sicuro, pur non essendo garanzia assoluta di salute mentale, sembrano conferire una sorta di resilienza emotiva.
L’indisponibilità della figura di attaccamento o un atteggiamento incoerente da parte del caregiver determinano, invece, uno sviluppo atipico del legame di attaccamento che potrà essere, a seconda dei casi, ansioso/ambivalente, evitante o disorganizzato. Forme di attaccamento insicuro possono rappresentare un fattore di rischio significativo per quanto riguarda il manifestarsi di condizioni psicopatologiche.
Ci sono quattro diversi stili di attaccamento al genitore che influenzano le nostre relazioni sentimentali:
- attaccamento sicuro
- attaccamento insicuro/evitante
- attaccamento insicuro ansioso/ambivalente
- attaccamento insicuro/disorganizzato
Quali possono essere gli effetti degli stili di attaccamento in età adulta?
Abbiamo già detto che quel che si sperimenta a livello di attaccamento in età infantile e, in particolare, nei cruciali anni del primo sviluppo si ripercuote nella vita adulta. L’individuo che abbia sviluppato un attaccamento sicuro, grazie alla presenza costante e rassicurante del caregiver, da adulto avrà una buona autostima e si orienterà verso persone in grado di instaurare con lui relazioni sane, durature, fondate sulla fiducia reciproca e prive di elementi ossessivi, tipici di situazioni affettive problematiche.
Per quanto riguarda l’attaccamento insicuro possiamo dire, intanto, che non esiste una causalità lineare che lega un modello di attaccamento insicuro a specifici quadri disfunzionali; tuttavia, è possibile considerare questo fattore come una strategia di regolazione emozionale e di relazione interpersonale con un minor grado di adattamento che, di conseguenza, rende vulnerabile il bambino esponendolo a possibili deviazioni nelle traiettorie evolutive.
Nello specifico per i vari stili di attaccamento insicuro:
Gli individui che hanno sviluppato uno stile di attaccamento ansioso sono caratterizzati dalla necessità di continue conferme: costoro, infatti, sono stati oggetto di amore discontinuo da parte del proprio caregiver, dimostratosi volubile e presente a fasi alterne.
L’ansioso, quindi, è preda costante del timore di essere abbandonato, ha un’opinione molto negativa di sé ed è alla costante ricerca di rassicurazione attraverso la vicinanza e il contatto fisico.
L’attaccamento evitante deriva dall’esperienza infantile di un genitore distante, tendente ad ignorare o addirittura a rifiutare le richieste di attenzioni del bambino.
Freddezza e distacco rappresentano uno schermo protettivo inconsapevole contro il pericolo dell’ennesimo rifiuto in età adulta, un blocco preventivo dell’emozionalità che viene repressa che comporta evidenti difficoltà relazionali.
In ultimo l’attaccamento disorganizzato è tipico di coloro che durante l’infanzia abbiano vissuto i traumi e le disregolazione emotive di una figura di attaccamento primaria non soltanto incapace di accudire il bambino, ma fonte per lui di timore.
Un attaccamento disorganizzato si associa spesso a storie di abusi, maltrattamenti, violenze e ad una condizione di profonda deprivazione.
Il bambino, in età adulta, potrà manifestare un disturbo complesso nella sfera personologica, caratterizzato da una forte instabilità emotiva e continue oscillazioni del tono affettivo. Un individuo con attaccamento disorganizzato può manifestare la tendenza a creare legami tossici al limite del patologico, spesso violenti e di tipo sado-masochistico.
Cosa si può fare in ambito psicologico/psicoterapico?
I soggetti con attaccamento insicuro possono evolvere e modificare in senso migliorativo la loro modalità relazionale disfunzionale. Ciò può avvenire sia in seguito a legami affettivi con partner sicuri, in grado di disconfermare le loro percezioni negative di sé e dell’altro, sia in seguito ad un percorso di consapevolezza delle proprie dinamiche affettive. Questo è ciò che viene definito effetto riparativo o correttivo delle esperienze relazionali.
La psicoterapia può rappresentare un valido aiuto per rielaborare l’esperienza vissuta e risolvere conflitti e difficoltà emotive generati dal particolare stile di attaccamento sviluppato in età infantile. La scoperta di sé e la comprensione intima del proprio passato rappresentano, infatti, la via privilegiata per alleviare la sofferenza.
Alla fine di questo articolo ciò che mi preme ribadire è il seguente messaggio:
LA SOFFERENZA PSICOLOGICA NON È MAI UN DESTINO SEGNATO! Ciò significa, che ciascuno di noi può decidere di lavorare sulle proprie esperienze passate per scrivere un proprio nuovo futuro.
Sono Veronica Griguoli, sono una psicologa e all’interno dello studio progetto vita mi occupo di percorsi di supporto psicologico rivolti a adulti e ragazzi. Spero che la lettura di questo articolo possa averti fornito una nuova visione sul mondo delle relazioni. Se hai dubbi o domande, non esitare a scriverci.
A presto!
Dott.ssa Veronica Griguoli