IL GIOCO DELLO “SPECCHIO”

IL GIOCO DELLO “SPECCHIO”

Tutti voi in casa avrete sicuramente almeno uno specchio…e sapete benissimo a cosa serve. Ora osserviamolo insieme da un’altra prospettiva ed introduciamo il concetto di “rispecchiamento emotivo”. 

Trattiamo questo tema pensando, più nello specifico, ai bambini molto piccoli ed alle loro prime fasi di vita. Nella relazione primaria genitore-figlio si pongono le basi per tutte le future relazioni della vita, per cui è fondamentale non trascurare il “sottofondo” emotivo. 

Ma perché parliamo di specchio?

La madre riflette sul viso i sentimenti del suo bambino grazie alla sua profonda empatia; in questo modo il figlio vede in lei come in uno specchio e lì trova se stesso. In questo gioco di rispecchiamento la madre contemporaneamente attribuisce significati anche ai più piccoli movimenti inconsapevoli del bambino: sospiri, esitazioni, pianti, sorrisi, rilassamenti, irrigidimenti. Questa valenza emotiva, come già anticipato, resterà alla base di ogni apprendimento futuro ed accompagnerà il bambino nella sua crescita; investirà tutte le figure significative della sua vita, compresi educatori ed insegnanti.

Se riflettete e provate a rievocare i momenti in cui i vostri bimbi erano piccoli, sicuramente vi torneranno in mente gli episodi in cui, di fronte ad un evento e poco prima di reagire, tendevano a voltarsi e a guardarvi come per “sapere” cosa era successo. Sembravano volervi dire: “Cos’è successo? Cosa mi succede? Cosa provo? Dolore? Paura? Bisogno di protezione? Devo arrabbiarmi?”. O come a chiedere conferma del loro stato emotivo e mentale: “È appropriato ciò che provo?”.

L’esempio classico che balza alla mente è quello in cui il bimbo cade e si sbuccia il ginocchio…voi come reagivate a questa situazione? Provate a mettervi in discussione e a riflettere se la vostra tendenza era quella di convalidare lo stato emotivo del bimbo, fornendogli sicurezza e contenimento o se, al contrario, lo rifiutavate e lo conducevate solo ad una semplice distrazione dall’accaduto. 

Secondo voi, qual è il giusto approccio? In che modo riusciamo a mostrarci realmente empatici e ad entrare in sintonia con nostro figlio? Attraverso quale modalità lui capirà l’appropriatezza dei propri sentimenti?

Ricordiamoci che la reazione dell’adulto è determinante sia per la comprensione dell’evento, sia come informazione su come reagire e cosa provare.

Dott.ssa Chiara Zaghini 

Psicologa dell’Età Evolutiva

BIBLIOGRAFIA: 

Bosi Rosanna (2020). “Pedagogia al nido. Sentimenti e relazioni”. Carocci Faber.