Corpo e Psiche sono indivisibili: l’Osteopatia nel paradigma PNEI
Corpo e psiche sono indivisibili: l'Osteopatia nel paradigma PNEI
L’Osteopatia è definibile come una terapia manuale alternativa basata sulle stesse conoscenze di anatomia e fisiologia della medicina convenzionale, ma con una visione unitaria (olistica) del corpo umano basandosi su un approccio causale e non sintomatico.
Questo cosa vuol dire? Che l’osteopatia eviterà sempre di concentrarsi esclusivamente sul sintomo lamentato dal Paziente, ma andrà alla ricerca delle cause, dei meccanismi fisiopatologici e di alterata funzionalità che sottendono il dolore accusato dall’individuo.
Sì, individuo come individuale è il trattamento in quanto ognuno di noi è unico e nel suo tutto esprime una rete (network) di sistemi in relazione tra loro ed indivisibili, le cui basi scientifiche sono state ampiamente dimostrate dalla PNEI.
L’acronimo PNEI sta per psiconeuroendocrinoimmunologia, la materia che studia le relazioni bidirezionali tra psiche e sistemi biologici, rappresentati dall’endocrinologia, dall’immunologia e dalle neuroscienze.
Questo concetto si è poi trasformato in un vero e proprio paradigma e cioè un modello interpretativo del funzionamento del corpo umano, in salute e quando si ammala. Il tutto parte dallo studio dello stress, inteso come la risposta che il nostro organismo attiva a uno stimolo esterno come adattamento alle proprie funzioni fisiologiche. Lo stimolo può essere fisico, infettivo, psichico e indipendentemente dal tipo di agente stressogeno, si attiva una reazione neurovegetativa e neuroendocrina che rilascia ormoni e neurotrasmettitori dalle ghiandole surrenali. Nel contempo l’aumento della produzione del cortisolo da parte delle surrenali causa una soppressione della risposta immunitaria, evidenziando in questo modo il primo collegamento biologico tra cervello, stress e immunità.
Nella biologia dell’immunità occorre sottolineare che i linfociti (cellule del sistema immunitario) hanno recettori per gli ormoni e i neurotrasmettitori prodotti dal cervello e che, al tempo stesso, producono ormoni e neurotrasmettitori simili a quelli encefalici. Ecco perché la comunicazione tra cervello e immunità è bidirezionale.
Ed inoltre le fibre nervose periferiche rilasciano sostanze (neuropeptidi) attivatorie o inibitorie della risposta immunitaria, spiegando come un’infiammazione possa avere un’origine nervosa (infiammazione neurogena). Al tempo stesso le citochine rilasciate dalle cellule immunitarie, attraverso il sangue o mediante la trasmissione nervosa di alcuni nervi cranici, come il nervo vago, sono in grado di far arrivare segnali ad aree specifiche dell’encefalo, e quindi di influenzare sia le attività biologiche (esempio fame, febbre, sazietà) sia quelle psicologiche (ansia, depressione).
L’alterazione dell’asse ormonale ipotalamo ipofisi surrene (sistema dello stress), la sovrapproduzione di cortisolo o una mancata regolazione immunitaria in senso pro-infiammatorio possono essere responsabili di sintomi e disturbi che solitamente vengono riferiti al campo della somatizzazione, nonché ai tipici sintomi psicosomatici, che accompagnano sia disagi di cui si occupano la psicologia e la psichiatria (ansia, depressione, sindrome da fatica cronica), sia disordini di carattere più propriamente medico (malattie autoimmuni, cancro).
Si dimostra quindi attraverso la fisiologia, la biologia molecolare e le evidenze scientifiche come ciò che accade nella dimensione psichica di una persona abbia delle conseguenze sui suoi sistemi biologici: sul sistema nervoso, endocrino, immunitario, ma anche sul sistema muscolo scheletrico. Una relazione di sistemi che fa dell’individuo un’unità e che funziona anche all’inverso e cioè quando dai sistemi biologici, dal sistema muscolo scheletrico, dalle strutture fisiche dell’organismo, va dal corpo alla mente, viene influenzato non solo l’assetto del cervello ma anche le funzioni cerebrali, quindi sia la componente cognitiva che l’aspetto emozionale.
L’Osteopatia con il fondatore Andrew Taylor Still ha sempre cercato di mettere in evidenza il funzionamento complessivo dell’organismo e quindi le relazioni tra il sistema muscolo scheletrico, il connettivo, l’assetto fisico dell’organismo, da una parte, e gli organi e la mente stessa dall’altra.
In conclusione attraverso l’ottica PNEI è possibile utilizzare un approccio integrativo e un dialogo costruttivo tra professionisti della Salute promuovendo una prevenzione e una terapia che vada oltre la storica contrapposizione filosofica e scientifica tra mente e corpo superandone i rispettivi riduzionismi, facilitando una sinergia che possa incrementare davvero il livello di Salute di ogni singolo Paziente.
Andrea Viale DO mROI
Blibliografia:
- Bottaccioli (2015), PSICONEUROENDOCRINOIMMUNOLOGIA
- Chiera, Barsotti, Lanaro, Bottaccioli (2017), LA PNEI E IL SISTEMA MIOFASCIALE: LA STRUTTURA CHE CONNETTE