La Sindrome dell’Intestino Irritabile (IBS) e l’approccio in Medicina Osteopatica
La Sindrome dell’Intestino Irritabile (IBS) e l’approccio in Medicina Osteopatica
In precedenza chiamata “colite spastica” o “disturbi gastrointestinali funzionali” o “colon irritabile”, è un disturbo dell’interazione intestino-cervello comune e debilitante. Interessa circa il 10% della popolazione, con un tasso più alto di prevalenza dai 20 ai 50 anni colpendo soprattutto il di sesso femminile.
Si caratterizza attraverso la cronicità (sintomo insorto almeno 6 mesi prima della diagnosi) di un fastidio o dolore addominale ricorrente (cioè va e viene ad andamento fluttuante per almeno 3 giorni al mese negli ultimi 3 mesi) con almeno due delle seguenti caratteristiche:
relazione alla defecazione (il dolore migliora dopo l’evacuazione), associazione con un cambiamento nella frequenza delle feci (intestino stitico, diarroico o misto, cioè alternanza tra stipsi e diarrea) o associazione con un cambiamento nella consistenza delle feci (criteri Diagnostici Internazionali di ROMA IV).
Essendo per definizione una sindrome (dal gr. syndromḗ “confluenza”, in medicina, un complesso più o meno caratteristico di sintomi, senza però un preciso riferimento alle sue cause e al meccanismo di comparsa) non è riconoscibile un singolo fattore scatenante ne la fisiopatologia è chiara, bensì è la combinazione di fattori fisiologici e psicosociali a generare e mantenere il disturbo. Non ci sono infatti cause organiche rilevabili mediante esami di laboratorio, esami di imaging o anatomopatologici.
Dal lato psico-sociale possiamo trovare atteggiamenti aberranti nei confronti delle malattie (la persona esprime il conflitto emotivo come disturbo gastrointestinale, solitamente in forma di dolore addominale), aspetti cognitivi ed emotivi (il disturbo è stato spesso considerato per molto tempo come puramente psicosomatico). Alcuni pazienti hanno disturbi d’ansia, depressione, disturbi di somatizzazione e si deve ricercare la presenza di problemi psicologici non risolti, inclusa la possibilità di violenze sessuali o fisiche.
Dall’altro lato si riscontrano fattori biologici, come la predisposizione e la suscettibilità individuale, alterazioni della motilità del tratto gastro intestinale (esagerato riflesso gastro-colico post-prandiale, alternanza stipsi-diarrea), la sensibilità dei visceri (iperalgesia viscerale) da rimodellamento delle vie neurali nell’asse intestino-cervello (brain-gut axis), la percezione soggettiva del dolore, l’alterazione della flora batterica (permeabilità intestinale, regime alimentare ricco di FODMAPs) ed infezioni intestinali (gastro enterite acuta).
La situazione inoltre può essere amplificata dal punto di vista sintomatologico in presenza di intolleranze ed allergie alimentari, di un utilizzo cronico di farmaci (es. antinfiammatori, antibiotici) e di eventi psico-fisici stressanti. Il nostro intestino è considerato il nostro “secondo cervello”, vista la continua comunicazione con il nostro “primo cervello”. Per questo motivo, molti eventi stressanti a livello psichico si riflettono sull’intestino, e viceversa (problemi addominali che causano stress psicologici).
Spesso i pazienti dichiarano una riduzione della qualità della vita e circa il 60% di essi lamenta anche debolezza ed affaticamento. La sindrome si presenta spesso associata con altri disturbi gastro intestinale come la dispepsia funzionale e la malattia da reflusso gastroesofageo, così come con altre patologie, inclusa la malattia celiaca. Tra i vari sintomi associabili alla Sindrome da Intestino Irritabile troviamo sintomi riconducibili a quadri di cefalea e dolore all’articolazione temporo-mandibolare, dolore dorso lombare, ansia, depressione, fibromialgia, fatica cronica, cistite, dolore pelvico cronico.
La diagnosi è clinica medica e gastro-enterologica ad esclusione, dal momento che i sintomi sono presenti ma non è presente una patologia d’organo che possa spiegarne la causa.
Esistono però sintomi che possono necessitare di esami diagnostici specifici a cura del medico di base o dello specialista di riferimento:
- insorgenza dopo i 50 anni di età
- dimagrimento inspiegabile
- anemia
- febbre
- sangue nelle feci
- dolore che non migliora dopo l’evacuazione
Fra i test diagnostici utili per eseguire una corretta diagnosi differenziale vi sono:
- Colonscopia: esame morfologico dell’intestino crasso con prelievi bioptici/asportazioni polipi
- Breath test al lattosio: esame per verificare presenza o assenza di enzima Lattasi che digerisce zuccheri (se assente i sintomi possono essere riconducibili a intolleranza al lattosio)
- Esami del sangue per la Celiachia: esame per verificare indici infiammatori e antigeni per la malattia celiaca (se presenti i sintomi possono essere riconducibili allergia al glutine)
- Tomografia computerizzata: per escludere patologie d’organo in ambito addominale extra colico
Il trattamento in Medicina Convenzionale è sintomatico e consiste nell’assunzione di farmaci, inclusi anticolinergici e agenti attivi sui recettori serotoninergici.
Di fondamentale importanza un’adeguata educazione alimentare supportata dal Nutrizionista di riferimento permette di evitare cibi che producono gas intestinale e quelli che inducono diarrea.
L’uso di probiotici per trattare la sindrome dell’intestino irritabile è aumentato negli ultimi anni data l’importanza del microbioma intestinale in questo disturbo.
La terapia psicologica di tipo cognitivo-comportamentale ha evidenziato la sua importanza nella gestione degli aspetti psico sociali inerenti la sindrome e permettendo di affrontare il disagio fisico gestendo le implicazioni emotive e comportamentali che esso porta con sé.
In Medicina Osteopatica, mettendo in particolare risalto la bidirezionalità comunicativa tra primo e secondo cervello e considerando la peculiare capacità del sistema nervoso autonomo (ortosimpatico, parasimpatico ed enterico) di gestire correttamente o meno lo stato infiammatorio intestinale locale e globale, si valutano le differenti aree del corpo che mancano di una corretta integrazione e che possono generare una manifestazione sintomatologica correlabile.
Nei casi di Sindrome dell’Intestino Irritabile l’Osteopata andrà ad indagare le componenti disfunzionali relative al sistema neurovegetativo di competenza, all’area vertebrale dorso lombare e sacrale associate, al diaframma toracico e pelvico e la loro relazione, all’area cranio cervicale deputata al controllo vagale, alle strutture viscerali (in particolare alle componenti del piccolo e grande intestino), alle aree linfatiche e di connettivo connesse al MALT (sistema immunitario linfoide associato alle mucose).
L’approccio all’IBS con l’Osteopatia è quello di andare a generare, attraverso le più appropriate tecniche viscerali e connettivali, un processo terapeutico di autocorrezione che possa ridurre le tensioni e i sintomi dolorosi a livello addominale, ripristinare il drenaggio linfatico e venoso per aiutare la corretta motilità intestinale e riequilibrare il sistema nervoso autonomo enterico favorendo l’adeguata comunicazione somato-viscerale e viceversa.
Andrea Viale DO mROI – Osteopata
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