Le crisi personali: momenti da cui fuggire o da accogliere?
Le crisi personali: momenti da cui fuggire o da accogliere?
Ho deciso di iniziare questo articolo con il quale ci conosciamo, con questa citazione che è una delle mie preferite e che spesso utilizzo all’interno dei percorsi. Tutti noi viviamo dei momenti di crisi, momenti in cui il caos ci sovrasta e in cui rischiamo di perdere noi stessi dietro le crescenti pressioni dell’ambiente esterno che ci circonda ma anche del nostro ambiente interno fatto di pensieri ed emozioni che interagiscono e integrano le nostre esperienze di vita. Ecco, quindi, che ciascuno di noi a proprio modo, affronta questi momenti e ne esce cambiato, trasformato.
Nella metà del secolo scorso uno psicologo americano, Erik Erikson sviluppò una teoria che col tempo è diventata molto popolare. La teoria dello sviluppo psicosociale identifica diversi momenti nell’arco della vita di ciascuna persona attraverso i quali ognuno di noi passa, affrontando una “crisi” generata da due forze in conflitto opposte. È fondamentale vedere ciascuna di queste otto fasi come un’ interazione, non solo interna all’individuo ma, attraverso una relazione interagente anche con l’ambiente circostante.
La teoria dello sviluppo psicosociale: come spiegarsi i momenti di crisi.
Per Erikson, ciascun conflitto presente nelle diverse fasi funge da punto di svolta all’interno della vita dell’individuo, un po’ come uno stimolo per continuare la propria evoluzione e ricostruire un percorso di vita. Durante questi momenti il potenziale di cambiamento positivo è molto elevato ma dall’altro lato anche quello di fallimento; ciò significa che se la persona affronta il conflitto con successo procede nel corso della propria vita con abilità e forze psicologiche che diventeranno fondamentali per il proprio sviluppo, in caso contrario si vivrà quel mancato senso di competenza che spesso genera sofferenza emotiva e psicologica.
Proviamo a vedere un po’ da vicino queste diverse fasi, così da scoprirle insieme:
- La prima fase è compresa dai 0 ai 18 mesi, in questo periodo di tempo impariamo a fidarci e a non fidarci degli altri. È una fase fondamentale poiché se a prevalere è un non soddisfacimento dei bisogni non solo materiali ma anche affettivi del bambino ecco che la sfiducia prenderà il sopravvento e il bambino imparerà a non aspettarsi nulla dagli altri, ad essere sospettoso e insensibile verso gli altri.
- Nella fase successiva compresa tra i 18 mesi e i 3 anni, i bambini entrano in relazione con uno dei contesti più importanti della propria vita, la scuola; qui dopo aver acquisito un certo grado di controllo sul proprio corpo conquistiamo giorno per giorno nuove abilità e capacità ( pensiamo ai bambini dell’asilo che in poco tempo imparano moltissime abilità motorie, linguistiche, artistiche, ecc.). In questa fase l’ambiente circostante composto dagli adulti di riferimento collabora per aiutare i bambini a sviluppare un senso di autosufficienza e autostima. Può accadere tuttavia, che in questa stessa fase si viva l’inibizione dell’esplorazione dell’ambiente circonstante, sviluppando in questo modo vergogna e dubbio .
- La terza fase va dai 3 ai 5 anni, i bambini in questa fase grazie al gioco, strutturano delle interazioni sociali che favoriscono la propria iniziativa e la loro leadership. In questa fase si sentono capaci e fiduciosi nel guidare gli altri, anche qui il rovescio della medaglia di coloro che non riescono ad acquisire queste abilità saranno probabilmente invasi dal senso di colpa, i dubbi e la mancanza di iniziativa.
- La quarta fase dai 5 ai 13 anni, vede un ulteriore processo di maturazione del cervello che in questo modo inizia a sviluppare il pensiero astratto, ecco che i bambini di questa età si impegnano in compiti man mano impegnativi e difficili. Quando tuttavia non riescono a portarli a termine e quindi viene meno quel senso di competenza ed efficacia e/o non ricevono la dovuta ricompensa si sviluppa un sentimento di inferiorità che può avere delle importanti ricadute negative sul benessere della persona.
- Tra i 13 e i 21 anni compare una nuova fase di evoluzione, l’adolescente inizia a progettare e a sperimentare l’immagine della persona che vuole diventare nel futuro, cercano il proprio scopo e ruolo nella società, si domandano chi vogliono essere e se riescono a rispondervi allora mettono le basi per una vita solida e salutare da adulti.
- La sesta fase riguarda la vita da adulti dai 21 ai 39 anni in questa fase i giovani adulti si trovano con un’identità ormai via via più consolidata e con la capacità di formare relazioni intime e reciproche con l’altro, è in grado di impegnarsi a lungo termine e accetta anche i sacrifici imposti dalla relazione, il fallimento di questa fase di vita secondo Erikson porta a sentimenti di solitudine e isolamento che può condurre l’individuo a una crisi.
- Nel corso dell’età adulta emerge tra i 40 e i 65 anni la costruzione della propria vita e delle aree di vita, si rafforza il prendersi cura delle persone anche al di là dei propri legami familiari stretti. La persona allarga la propria visione di interesse andando oltre se stessa e oltre la famiglia comprendendo la società e la sua eredità riconoscendo che la vita non riguarda solo loro stessi, ciò permette un senso di realizzazione che in assenza di generatività (intesa come abilità di generare, non solo procreazione) porta a un sentimento di stagnazione.
- L’ultima fase dai 65 anni in su, caratterizza l’invecchiamento visto come una somma di perdite che richiedono una compensazione, una sorta di bilancio. Le persone che portano questo bilancio in positivo costruiscono una visione integrale della propria vita e persona e non hanno problemi nel riconciliarsi con il passato.
Pensando a te!
Dopo aver letto tutte queste informazioni, credo che sia chiaro quanto complessi siamo e quanto ogni esperienza di vita può essere vissuta in maniera diversa da ciascuno di noi.
Ovviamente questa teoria deve essere calata sull’esperienza personale di ciascuna persona per acquisire valore e veridicità, riflettere sui diversi passaggi che ti ho presentato può aiutarti forse a spiegarti alcuni tuoi punti di forza o di debolezza che oggi noti. Ogni passaggio rappresenta un piccolo terremoto nelle nostre vite e spesso nell’errore di credere che tutto sia controllabile viviamo questo momento di crisi nel proprio percorso di vita con ansia e preoccupazione, lottando con tutte le nostre forze per respingerlo. In questi casi, farsi aiutare da un professionista ti permette non solo di comprendere che nel momento in cui stiamo lottando contro un cambiamento in realtà siamo già cambiati ma anche di sviluppare una capacità per me molto importante, l’AUTODETERMINAZIONE, o detto in parole più semplici, comprendere che solo perché le cose sono andate in un certo modo finora, non è detto che debba essere così ancora oggi o domani!
Io sono la dott.ssa Veronica Griguoli, sono una psicologa clinica e una psicoterapeuta cognitivo-comportamentale in formazione e spero che l’articolo ti sia piaciuto, collaboro con Studio Progetto Vita una realtà multidisciplinare che permette di affrontare i cambiamenti che in ogni fase di vita ciascuno di noi vive, non esitare a contattarci se ritieni di averne bisogno e continua a seguire il nostro blog per non perderti nessuna curiosità.
A presto!
Dott.ssa Veronica Griguoli
Bibliografia:
Erikson, E. H., & Erikson, J. M. (1999). I cicli della vita. Continuità e mutamenti. Armando Editore.