L’Osteopatia nella gestione della Malattia da Reflusso Gastro-Esofageo
L’Osteopatia nella gestione della Malattia da Reflusso Gastro-Esofageo
Il Reflusso Gastro-Esofageo (in inglese GERD, gastro-esophageal reflux disease) è la condizione clinica in cui vi è un’incapacità di gestione dei succhi acidi prodotti dallo stomaco, che risalgono lungo il tratto esofageo. E’ una condizione ad origine multifattoriale che colpisce un numero sempre più crescente di soggetti (4 milioni di Pazienti in Italia) ed è uno dei disturbi più comuni che i medici di base riscontrano nella loro pratica clinica quotidiana.
Caratterizzato dalla prolungata esposizione della mucosa esofagea ai succhi gastrici, il reflusso genera nel tempo infiammazione, erosione e nei casi più gravi ulcerazione con fibrosi della parte distale dell’esofago (esofago di Barrett). Quest’ultima forma è definita come una metaplasia cioè uno stadio pre-canceroso che se non curato adeguatamente potrebbe sviluppare la patologia più grave, il tumore o adenocarcinoma gastrico.
I sintomi provocati dal reflusso gastro-esofageo sono svariati e spesso non sono facilmente riconoscibili, ma come esperienza principale vissuta dal Paziente vi è una sensazione di bruciore nella zona retrosternale che può irradiarsi in zona dorsale e salire sino alla mandibola.
In aggiunta tra gli altri sintomi più o meno comuni riconducibili a questo stato infiammatorio possiamo evidenziare: difficoltà di deglutizione, mal di gola, dolore cervicale medio, perdita parziale o totale della voce, laringite, sinusite, asma, dolore sub-occipitale, difficoltà digestive o nausea, disturbi del sonno, senso di oppressione al torace, capogiri, tosse secca.
Essendo una problematica di origine multifattoriale le maggiori concause che portano a questa condizione sono: alimentazione poco salutare, obesità, stress psico-fisico, fumo di sigaretta, una pregressa condizione patologica di ernia iatale.
Tutto ciò porta ad una modifica funzionale anatomica della capacità contenitiva dello stomaco nei confronti dell’esofago che può cronicizzarsi e degenerare negli stadi descritti prima in quanto l’anatomia che compone l’area di giunzione tra gastro-esofagea va a cambiare la sua capacità elastica e contrattile.
La giunzione gastro-esofagea (cardias) è un complesso valvolare atto a prevenire la risalita dei succhi gastrici in esofago ed è composta principalmente da uno sfintere chiamato LES (Lower Esophageal Sphincter), collocato all’interno dello iato diaframmatico e circondato dalla componente fibrosa del diaframma stesso. Il reflusso gastrico è quindi impedito principalmente da tre componenti: un corretto angolo di inclinazione tra esofago e stomaco, la chiusura quasi totale del LES ad opera della muscolatura intrinseca, la pressione generata dalla giusta tensione del diaframma durante la respirazione (fase inspiratoria).
Il trattamento primario secondo la letteratura scientifica è identificato nell’approccio farmacologico attraverso la somministrazione di farmaci denominati inibitori di pompa protonica (tipo pantorc, pantopan, omeprazolo ecc..) ed in Italia questa classe di farmaci sono al secondo posto tra quelli più prescritti dai medici di base. In ogni caso questo approccio è esclusivamente sintomatico e richiede una continua somministrazione del farmaco innescando possibili effetti avversi per cui è necessario controllare il dosaggio e il tempo di esposizione.
Le linee guida dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) prevedono infatti oltre alla terapia farmacologica iniziale l’adozione di una dieta equilibrata e il ricorso a terapie complementari come l’Osteopatia, la Psicoterapia e l’Agopuntura.
L’Osteopatia valuta le possibili cause del reflusso gastro- esofageo e dei disturbi del tratto di apparato digerente interessato dall’infiammazione, attraverso un approccio olistico al corpo e al suo funzionamento.
Nella valutazione osteopatica vengono analizzate le connessioni tra componente viscerale, struttura scheletrica e area neurologica deputata al controllo dell’organo, alla quale consegue l’intervento sulle cause prime del disturbo.
In particolare nei casi di reflusso l’osteopatia andrà ad indagare componenti disfunzionali relative al sistema neurovegetativo di competenza, area vertebrale dorsale e relazioni costali associate, diaframma toracico e relazioni delle pressioni tra i vari diaframmi corporei, area della base cranica e nervo vago, strutture viscerali (stomaco, esofago, duodeno,..), aree linfatiche e di connettivo connesse al GALT (sistema immunitario linfoide associato alla mucosa gastro-intestinale).
Trattare il reflusso gastro-esofageo con l’Osteopatia quindi significa fare in modo di ridurre le eventuali tensioni che si sono create a livello del cardias e dell’area circostanti, aiutando l’organismo a ritrovare l’equilibrio e la corretta motilità degli organi favorendo i meccanismi di autoguarigione ed autoregolazione.
Andrea Viale DO mROI
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