Il ruolo delle funzioni esecutive: la memoria di lavoro

Il ruolo delle funzioni esecutive: la memoria di lavoro

Dopo aver parlato di attenzione, eccoci oggi ad introdurre il tema della memoria di lavoro, una sorta di “block notes mentale” che svolge un ruolo chiave nella vita di tutti i giorni e soprattutto nell’apprendimento.

Nell’andare a scoprire in cosa consiste questo sistema complesso, andiamo per piccoli passi ed iniziamo a capire bene il funzionamento generale del processo mnestico.

La memoria è definibile come la capacità di un organismo vivente di conservare nel tempo le informazioni apprese e di recuperarle in funzione delle esigenze individuali ed ambientali. Si configura come un processo dinamico di codifica, ritenzione e recupero che richiede un’elaborazione attiva dei dati esperienziali e non una ricezione passiva di essi.

Data la natura multi-sistemica della memoria, è più corretto parlare di memorie in quanto essa al suo interno raccoglie un insieme di processi.

È possibile innanzitutto distinguere due grandi magazzini: 

  • Memoria a breve termine (MBT), un sistema capace di immagazzinare per brevi periodi di tempo (circa 30 sec) un numero limitato di informazioni; 

Memoria a lungo termine (MLT), un sistema capace di immagazzinare per periodi illimitati di tempo un numero illimitato di informazioni, che vengono processate, attivate e ed elaborate.

Un contributo importante alla formulazione del costrutto di memoria è quello dato dal modello proposto da Baddeley e Hitch (1974) i quali hanno introdotto il concetto di Memoria di Lavoro (“working memory”) per descrivere in maniera più accurata il funzionamento della MBT.
Secondo la loro teoria, la memoria di lavoro rappresenta un sistema per il mantenimento temporaneo e per la successiva manipolazione delle informazioni di natura verbale, visiva e spaziale, affinché siano rese disponibili per essere utilizzate in compiti cognitivi più complessi quali ad esempio il pensiero e il ragionamento; la memoria di lavoro non è  quindi considerata come un mero magazzino di passaggio verso la memoria a lungo termine (MLT).  

Dal punto di vista della formulazione teorica, tale sistema risulta costituito da differenti meccanismo mnestici: 

  • circuito fonologico (loop fonologico) che conserva l’informazione in forma verbale 
  • taccuino visuo-spaziale che codifica le informazioni spaziali e visive mantenendo le informazioni relative a colori e forme e le informazioni relative a spazio e movimenti.
  • un sistema di elaborazione centrale (esecutivo centrale) il cui compito è, similmente all’attenzione, quello integrare tra loro le varie informazioni, coordinare il funzionamento dei due precedenti meccanismi e gestire le risorse attentive. 

Dal punto di vista operativo, all’interno di un percorso di potenziamento della memoria di lavoro, distinguiamo training per la memoria di lavoro visiva e spaziale e training per la memoria di lavoro verbale. 

Per lavorare sulla memoria visuo-spaziale utili possono essere utili le attività con le matrici aumentando la dimensioni e il grado di difficoltà via via che si notano progressi nella prestazione del bambino. Si possono quindi predisporre su un foglio delle griglie/matrici di dimensione 2×2, 3×3, 4×4, a seconda della difficoltà, in cui posizionare uno o più stimoli (immagini, colori, lettere, numeri) e procedere con differenti modalità di esecuzione.

Per lavorare invece sulla memoria verbale possono essere utili gli esercizi di span numerico o verbale che consistono nel presentare al bambino una lista di numeri o parole che dovranno essere ricordati nell’ordine di presentazione (span diretto) o nell’ordine inverso (span inverso). Il numero di elementi da ricordare dovrà essere precedentemente specificato al bambino e via via che si riscontrano progressi può essere aumentato. Altrettanto utili possono essere gli esercizi di listening span in cui si richiede di memorizzare l’ultima parola di una serie di frasi che devono essere elaborate dal punto di vista del significato e rispetto alle quali va poi indicato se sono vere o false.


Mi rendo conto che provare a spiegarti in poche righe di un articolo le diverse attività che proponiamo ai bambini durante i nostri incontri è un’ardua impresa, e risulta troppo riduttivo. Per questo ti invito a seguirci sui nostri canali social, nelle prossime settimane ti faremo sbirciare qualche stralcio di attività svolto in seduta così da poter capire meglio come può essere allenata la memoria di lavoro, e non solo. 

Non dimenticare di seguire anche la rubrica “AllenaMente” per entrare nel fantastico mondo dei giochi in scatola come strumento di divertimento e potenziamento; scoprirai che oltre al conosciuto gioco del “Memory” esistono un’infinità di altri giochi mirati ad allenare il nostro “block notes mentale”.

Dott.ssa Levorato Benedetta

Psicologa dell’età evolutiva



Bibliografia:

  • Benso F. (2004),Neuropsicologia dell’attenzione: Teoria e trattamenti nei disturbi dell’apprendimento, Pisa, Dal Cerro
  • Baddley A. D. (1986), Working Memory, Oxford, Clarendon Press
  • Marotta L. e Varvara P. (2013), Funzioni esecutive nei DSA – Disturbo di Lettura: Valutazione e Intervento, Trento, Edizioni Erickson, pp. 38-48 e 115-123.