Odio leggere: La storia di Marco e la sua dislessia

Odio leggere: La storia di Marco e la sua dislessia

Ciao, sono Marco (nome di fantasia) e odio leggere.

O meglio.. mi piacerebbe tanto leggere ma faccio tanta tanta fatica.  

Mi piacciono tantissimo i libri di Geronimo Stilton ma per leggere poche pagine ci metto tanto tempo e quindi poi mi stanco e lascio perdere.

Un giorno però ho scoperto il perché di questa mia fatica, la DISLESSIA ed ora va sempre meglio e riesco a finire pian piano i capitoli, uno dopo l’altro.

Ebbene sì, oggi affrontiamo un argomento anticipato da questo articolo (http://studioprogettovita.it/?p=2460) della Dott.ssa Gazzi, ma proviamo andare un po’ più nello specifico entrando nel mondo della dislessia.

La dislessia è un disturbo specifico dell’apprendimento, più specificatamente della lettura. La lettura, con una diagnosi di dislessia risulta essere lenta oppure non corretta; usando termini più adeguati si fa riferimento alla rapidità e all’accuratezza della lettura rispetto all’età del bambino e alla classe frequentata.

Le caratteristiche (https://www.aiditalia.org/come-si-riconoscono-i-dsa) di questo disturbo sono:

  • lenta decifrazione delle singole lettere;
  • incertezza nell’utilizzo delle sillabe;
  • scarso controllo del significato delle parole.

Campanelli d’allarme e diagnosi

La diagnosi di dislessia è possibile effettuarla solo dopo la fine della seconda classe della scuola primaria ma questo non vuol dire non riuscire ad osservare possibili campanelli d’allarme emergenti durante la classe prima e seconda e alla scuola dell’infanzia. Tra questi campanelli d’allarme troviamo:

  • confusione nella lettura o nella formulazione orale dei suoni;
  • inadeguata padronanza fonologica;
  • difficoltà nel riconoscimento del fonema iniziale o finale di una parola;
  • lettura lenta o lettura sillabica;
  • scambio di fonemi o grafemi;

Un intervento precoce grazie all’individuazione di questi piccoli segnali permette un miglior processo di apprendimento e un maggior benessere nel bambino durante tutte le attività quotidiane e scolastiche.

Cosa possiamo fare dopo una diagnosi di Dislessia?

Il ruolo della scuola e della famiglia

Successivamente alla diagnosi di dislessia le figure che più devono mettersi in gioco oltre al bambino sono la famiglia e la scuola.

L’insegnante è opportuno che metta in atto alcune strategie per favorire l’apprendimento del bambino. Nello specifico può:

  • dispensare il bambino dalla lettura ad alta voce nel momento in cui questo risulti essere per il bambino stesso situazione di frustrazione e disagio;
  • ridurre il materiale di lettura;
  • potenziare l’apprendimento visivo, se adeguato al bambino;
  • concedere più tempo durante le verifiche;
  • potenziare l’utilizzo di strumenti compensativi, quali sintesi vocale o strumenti che consentano al bambino un maggior avvicinamento alla lettura senza affaticamento eccessivo.

La famiglia può:

  • familiarizzare con il bambino nell’uso degli strumenti compensativi in accordo con la scuola e se, presente, con il clinico di riferimento;
  • proporre attività giocose che permettano l’accesso ad un lessico quali ad esempio, scarabeo;
  • dispendiare il bambino in attività di lettura lunghe, leggendo al suo posto lasciando però il testo sotto al suo sguardo.

 

Non abbiate timore di chiedere aiuto nel momento in cui notate fragilità di questo tipo nei vostri bambini. Una diagnosi di dislessia permette un maggior benessere nella vita del bambino e permette lui di affrontare la propria vita grazie all’utilizzo di strategie e strumenti funzionali alle proprie caratteristiche.

Dott.ssa Giorgia Ghiraldini

Educatrice socio-pedagogica

Bibliografia e sitografia:

  • https://www.aiditalia.org
  • Dislessia e altri DSA a scuola. Strategie efficaci per gli insegnanti., Erickson, 2013