IL DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE E IPERATTIVITA’
IL DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE E IPERATTIVITA’
Il disturbo da deficit dell’attenzione ed iperattività (definito anche DDAI in italiano o anche ADHD in inglese, da Attention Deficit Hyperactivity Disorder) è uno dei più comuni disturbi neurocomportamentali.
Si manifesta, nella prima infanzia, principalmente con due classi di sintomi: un evidente livello di disattenzione ed una serie di comportamenti che denotano iperattività ed impulsività. Questo disturbo è considerato ora una condizione eterogenea potenzialmente cronica, che presenta sintomi rilevanti e problematiche associate che vanno a colpire diversi aspetti funzionali della vita di tutti i giorni.
Quali sono le cause dell’ADHD?
Le cause dell’ADHD possono essere di natura:
- Genetica
- Neurobiologica
- Ambientale
Studi di genetica che hanno coinvolti i bambini hanno mostrato l’esistenza di un’associazione tra l’ADHD e alcuni geni. Ad esempio, un’alterazione nel gene responsabile della produzione di un neurotrasmettitore (dopamina) potrebbe essere una delle cause di questo disturbo: la dopamina è quella sostanza che veicola le informazioni fra i neuroni e, quindi, è alla base di molti processi cognitivi, come ad esempio attenzione e memoria.
Nonostante non vi siano ancora evidenze scientifiche consistenti, la maggior parte dei farmaci utilizzati per curare l’ADHD, infatti, aumenta l’efficacia dell’attività della dopamina nella comunicazione tra neuroni, aiutando così la persona a prestare maggiore attenzione.
Ulteriori studi hanno dimostrato anche la familiarità del disturbo: un bambino affetto da ADHD ha 4 volte più probabilità di avere un parente con la stessa malattia; così come un terzo dei padri che soffrono di ADHD ha un figlio con lo stesso disturbo.
Esistono poi alcuni fattori ambientali che sono associati all’ADHD, in particolare fattori di rischio prenatali, come:
- esposizione prolungata a fumo di sigaretta;
- assunzione di alcool o droga in gravidanza;
- ipertensione;
- stress;
- complicanze durante il parto;
- basso peso neonatale o la nascita prematura;
- basso peso alla nascita.
Tali fattori non causano in maniera diretta questo disturbo ma possono favorire la comparsa di alterazioni nei geni, che portano poi all’insorgenza dell’ADHD.
Le cause di natura neurobiologica che possono causare la comparsa dell’ADHD sono difetti nella struttura e nel funzionamento della parte frontale del cervello, responsabile di processi cognitivi primari come la pianificazione e l’organizzazione dei comportamenti, l’attenzione e il controllo inibitorio. I deficit strutturali possono poi interessare anche la regione cerebrale che regola le emozioni (limbo) e una parte del sistema nervoso che regola la comunicazione all’interno del cervello (gangli). Tutte queste regioni cerebrali sono interconnesse tra di loro e, quindi, un deficit anche in una sola di esse potrebbe originare il disturbo.
Sintomi del “ADHD” disturbo da deficit di attenzione ed Iperattività

I sintomi relativi alla disattenzione si riscontrano soprattutto in bambini che, rispetto ai propri coetanei, presentano un’evidente difficoltà a rimanere attenti o a lavorare su uno stesso compito per un periodo di tempo sufficientemente prolungato.
Solitamente questi soggetti non riescono a seguire le istruzioni fornite, sono disorganizzati e sbadati nello svolgimento delle loro attività, hanno difficoltà nel mantenere la concentrazione, si fanno distrarre molto facilmente dai compagni o da rumori occasionali e raramente riescono a completare un compito in modo ordinato.
Quando sono in classe sembrano disorientati e, spesso, passano da un’attività all’altra senza averne completata alcuna, si guardano continuamente attorno, soprattutto durante lo svolgimento di compiti, ma anche durante la proiezione della trasmissione tv preferita. Ciò accade soprattutto nei momenti in cui tali attività risultano noiose e ripetitive.
I bambini con iperattività – impulsività giocano in modo rumoroso, parlano eccessivamente con scarso controllo dell’intensità della voce, interrompono persone che conversano o che stanno svolgendo delle attività, senza essere in grado di aspettare il momento opportuno per intervenire; i genitori e gli insegnanti li descrivono sempre in movimento e sul punto di partire, incapaci di attendere una scadenza o il proprio turno.
Inoltre, sembrano non sufficientemente orientati al compito e faticano a pianificare l’esecuzione delle attività che vengono loro assegnate.
Le manifestazioni di iperattività e impulsività sembrano essere attribuibili ad una difficoltà di inibizione dei comportamenti inappropriati. I bambini con disturbo dell’attenzione esprimono questa difficoltà con agitazione, difficoltà a rimanere fermi, seduti o composti quando viene loro richiesto.
I soggetti affetti da DDAI presentano delle difficoltà nei seguenti campi relativi all’attenzione e alle funzioni neuropsicologiche: risoluzione dei problemi, abilità di pianificazione, grado di allerta e di attenzione, flessibilità cognitiva, attenzione mantenuta, inibizione delle risposte automatiche, memoria di lavoro non verbale.
Come si manifesta in bambini e adolescenti?
La disattenzione e l’impulsività sono caratteristiche riscontrabili in un ampio range di disturbi psicopatologici in età evolutiva, come ad esempio nei disturbi d’ansia, nella depressione e nei disturbi del comportamento. È normale per i bambini essere pieni di energia, impulsivi (agire senza considerare la conseguenza delle loro azioni) e disattenti. Le stesse difficoltà si possono riscontrare negli adulti, che sopraffatti dal lavoro, dagli impegni e dai problemi di vita quotidiana non riescono a mantenere attiva la consapevolezza di ciò che stanno facendo e di come lo stanno svolgendo. Tuttavia, per alcuni bambini e adolescenti, il livello di attività, le difficoltà nel controllare l’impulsività e l’attenzione sono talmente pervasivi da impedirgli di stare al passo con le richieste della società.

Bambini con ADHD manifestano una tale impulsività e attività da non riuscire a stare fermi, sono continuamente agitati, parlano quando dovrebbero ascoltare, interrompono i discorsi, non riescono a portare a termine un compito, sembrano non ascoltare quando gli si parla e perdono continuamente oggetti a causa della loro disattenzione. Talvolta rischiano di farsi male a causa della loro impulsività, sono incapaci di stare seduti a lungo in classe e la loro disattenzione può essere causa di difficoltà di apprendimento. Sono labili dal punto di vista emotivo, difficilmente riescono ad autoregolare le loro emozioni. Una volta diventati adulti continuano ad avere problemi. Fanno fatica a mantenere un lavoro, compiono spesso incidenti stradali, durante le conversazioni stimolano irritazione negli altri a causa della loro difficoltà nell’aspettare il loro turno e la tendenza a parlare in momenti non appropriati. Con molta probabilità le vite di questi bambini, adolescenti e adulti saranno compromesse su più fronti, in ambito sociale, scolastico, cognitivo e familiare.
Come si manifesta a casa?
I bambini con ADHD presentano un gran numero di comportamenti che possono interferire con la vita familiare:
- Spesso non ascoltano le istruzioni dei genitori e non gli obbediscono.
- Sono disorganizzati.
- Spesso dicono cose inopportune.
- Spesso interrompono le conversazioni.
- È difficile portarli a letto la sera.
- Possono mettersi in pericolo a causa della loro distrazione o impulsività.
- Hanno difficoltà a rimanere seduti a tavola durante i pasti.
- Spesso bisogna richiamarli e assisterli per assicurarsi che portino a termine un compito.
- Rifiutano di svolgere i compiti a casa o impiegano un tempo eccessivo per terminarli.
- Possono manifestare una frustrazione intensa quando le loro richieste non vengono esaudite.
Il disturbo ha un forte impatto sui genitori, che sono costretti giorno dopo giorno ad affrontare le esigenze del loro bambino con ADHD e a monitorare i suoi comportamenti, questo può essere estenuante sia dal punto di vista fisico che psicologico. La frustrazione che molti genitori provano può portare a rabbia e senso di colpa verso se stessi, e irritazione verso il bambino.
Non solo i genitori, ma anche i fratelli dei bambini con ADHD devono affrontare una serie di sfide:
- I loro bisogni spesso ricevono meno attenzione rispetto a quelli del bambino con ADHD.
- Possono essere rimproverati in maniera più decisa quando sbagliano, ricevendo meno attenzione per i loro successi, perché dati per scontati.
- Possono essere responsabilizzati nei confronti del fratello e accusati di non aver fatto il proprio dovere se questo si comporta male sotto la loro supervisione.
Al fine di affrontare le sfide quotidiane che un bambino con ADHD pone è necessario essere in grado di padroneggiare una combinazione di compassione e di coerenza. Vivere in una casa che fornisce al contempo amore, struttura e prevedibilità è la cosa migliore per un bambino o un adolescente che sta imparando a gestire il suo ADHD.
Come si manifesta a scuola?
L’ambiente scolastico può essere un luogo difficile per un bambino con ADHD, basta pensare alle richieste che pone: stare fermi, ascoltare in silenzio, seguire le istruzioni, rimanere concentrati e attenti. Tutte cose che riescono difficili ai bambini con questo disturbo.
Gli studenti con ADHD presentano le seguenti sfide per gli insegnanti:
- hanno difficoltà a mantenere l’attenzione nei compiti richiesti;
- non eseguono le istruzioni e non portano a termine gli incarichi;
- difficoltà a organizzarsi nei compiti;
- facilmente distraibili da stimoli estranei;
- faticano a stare seduti;
- si alzano spesso dal banco e vanno in giro per la stanza.
- spesso dimenticano di annotare i compiti per casa, di farli o di portare quanto svolto a scuola;
- spesso hanno difficoltà con le operazioni che richiedono passi ordinati, come ad esempio una divisione lunga;
- rispondono alle domande senza porre sufficiente attenzione alla risposta;
- hanno difficoltà a rispettare il turno;
- interrompono gli altri durante le fasi di gioco e/o lavoro;
- bassa autostima;
- prese in giro da parte di altri compagni;
- basse prestazioni scolastiche.
Nei prossimi articoli si parlerà di valutazione e del trattamento dell’ADHD e delle strategie di intervento efficaci per il bambino, genitori e scuola.
A cura della Dott.ssa Mara Gazzi
Bibliografia
- DSM-5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali M. Biondi (Curatore) Cortina Raffaello, 2014.
- I disturbi del comportamento in età evolutiva. Fattori di rischio, strumenti di assesment e strategie psicoterapeutiche di Pietro Muratori (Autore), Furio Lambruschi (Autore), Cristian Stenico (Illustratore), Annarita Milone (Prefazione).
- L’intervento cognitivo-comportamentale per l’età evolutiva Strumenti di valutazione e tecniche per il trattamento Mario Di Pietro, Elena Bassi.