SOLO LE FEMMINUCCE PIANGONO? È ORA DI ABBATTERE GLI STEREOTIPI SULLA TRISTEZZA

SOLO LE FEMMINUCCE PIANGONO? È ORA DI ABBATTERE GLI STEREOTIPI SULLA TRISTEZZA

Essere tristi è necessariamente qualcosa di negativo?

In realtà no. Provare tristezza è una reazione sana ed adattiva che sperimentiamo quando ci imbattiamo in una delusione, in una separazione o perdita oppure in una qualsiasi esperienza negativa e spiacevole che ci lascia una sensazione di vuoto interiore. 

Mi raccomando, non svalutate il pianto e soprattutto non commettete l’errore di dire ai vostri figli maschi “Ma dai smettila, solo le femminucce piangono!”. Piangere è il nostro modo naturale di reagire ad eventi dolorosi che ci provocano sofferenza.

Primo consiglio: se notate che i vostri bambini sono tristi, dovete cercare in tutti i modi di farli parlare. È importante che abbiano una persona di fiducia con cui confidarsi: non devono essere per forza i genitori, ma può essere un insegnante, un amico, i fratelli, gli zii, ecc. Il messaggio da far passare è che non c’è nulla di male a sentirsi tristi ogni tanto, che capita a tutti noi di avere delle giornate in cui ci sentiamo giù (adulti compresi), fornendo loro degli esempi concreti. Fondamentale focalizzarsi sul fatto che questo stato di tristezza passa, anche se ognuno ha i suoi tempi; non possiamo sapere con esattezza quanto durerà il dolore, ma sappiamo con certezza che prima o poi cesserà. Ecco che entrate in gioco voi, attraverso queste pratiche.

Sfruttate l’arma del gioco: attraverso la loro fervida creatività, saranno in grado di inscenare le situazioni che hanno destato tristezza, trovando anche in maniera autonoma la soluzione più adatta nel caso in cui dovessero imbattersi nuovamente. Oppure spronateli a fare un disegno in cui possano scaricare tutti i pensieri tristi che invadono le loro menti. Ad esempio, disegnate una mano in cui, su ogni dito, i ragazzi possono scrivere le persone che li aiutano ad alleviare la tristezza, oppure le cose che potrebbero fare per distrarsi e tirarsi su di morale quando ne sentono il bisogno.

Cercate, inoltre, di distrarli coinvolgendoli in attività piacevoli o uscendo anche solo per una semplice passeggiata al parco: incontrare gli amichetti può fungere da rimedio naturale contro la tristezza, scacciandola via! Il nostro corpo, infatti, produce le cosiddette endorfine, conosciute da tutti noi con il nome di “ormone della felicità”.

Ultimo step, ma non per importanza: il ruolo dei pensieri. Avere pensieri pessimistici e negativi può indurre nei bambini uno stato di tristezza. È fondamentale che anche voi genitori cerchiate di aiutarli a cambiare visione di fronte alle situazioni spiacevoli, in modo da farli uscire dal circolo vizioso del “Mi va sempre tutto storto”, in favore di un pensiero più realistico e positivo come “Ogni tanto qualcosa può andar male, ma ci sono molte altre cose che vanno bene”.

Dott.ssa Zaghini Chiara

Dottoressa in Psicologia dello Sviluppo

BIBLIOGRAFIA

  • Di Pietro Mario (2014). “L’ABC delle mie emozioni”. Trento, Erickson.