Corse, salti e tuffi… Gioco sensomotorio: cos’è e perchè è importante
Gioco sensomotorio: cos’è e perchè è importante
Corse, salti, tuffi dal divano, prove di equilibrio… quante volte abbiamo visto i bambini cimentarsi e sperimentarsi attraverso schemi di movimento complessi e a volte anche pericolosi.
Ma perché i bambini ricercano questo tipo di esperienze?
I bambini imparano attraverso il gioco e il movimento, ma soprattutto dal piacere che questi danno gli danno. Esiste una tappa fondamentale nello sviluppo del bambino in cui emerge il gioco sensomotorio.
Lo psicologo Jean Piaget usa il termine sensomotorio in riferimento ad uno specifico stadio dello sviluppo dell’intelligenza: l’intelligenza sensomotoria, in cui il bambino tende a ripetere i movimenti che gli offrono sensazioni di soddisfazione e piacere.
Il pedagogista Bernard Aucouturier utilizza il termine senso-motorio riferendosi al movimento, al gioco ed in particolare al piacere che il bambino prova nel muoversi, che può nascere sia per caso ma anche se accuratamente ricercato dal bambino durante alcune attività incentrate sull’esplorazione del proprio corpo.
Il gioco senso-motorio coinvolge quindi il sistema sensoriale e il sistema muscolo-scheletrico, che dialogano tra loro per creare nuovi circuiti neurali che fungono da esperienza per il bambino che si mette alla prova e ricerca determinate esperienze più o meno dinamiche che gli hanno provocato sensazioni piacevoli, letteralmente si parla di piacere del movimento. Il gioco senso-motorio proprio perché ha lo scopo di mettersi alla prova e superare i propri limiti, è caratterizzato da discontinuità e da rotture che vanno a stimolare il corpo livello sensoriale, soprattutto per quanto riguarda la percezione propriocettiva e vestibolare.
Questa tappa di gioco consente al bambino di esprimere campo anche le sue emozioni: ogni sfida è carica di emozioni che fanno parte del bagaglio del bambino e che possono essere vissute, agite e rielaborate attraverso questo tipo di attività ludica.
La corsa, il salto e tutte le esperienze motorie dinamiche consentono al bambino di percepire ogni segmento corporeo ma anche tutto il corpo intero, e di mantenere un collegamento costante tra la dimensione corporea e quella emotiva, che si stimolano a vicenda e permettono lo sviluppo di una rappresentazione di Sé unitaria e globale.
Alcuni degli schemi di movimento maggiormente ricercati dai bambini sono:
- Cadere: consente al bambino di imparare a dominare la verticalità e l’orizzontalità alternandole, inoltre il bambino sviluppa fiducia nel suo corpo che si ritrova “intero”.
- Saltare: viene cercare il piacere di perdere e ritrovare il contatto col suolo, ma anche di perdere e ritrovare con le proprie forze un punto di appoggio sicuro, sviluppando la fiducia in sé stessi e l’autostima.
- Arrampicarsi: è un passaggio di sviluppo importante per il bambino sia dal punto di vista motorio, per gli schemi di movimento richiesti, sia perché il bambino in questo modo sfida sè stesso e cerca di comprendere e conquistare il mondo da un’altra posizione.
- Tuffarsi: in questo caso il bambino sperimenta la gravità e la mette alla prova, cerca di “volare”; l’atterraggio porta alla consapevolezza dei propri limiti. Questa esperienza è importante per lo sviluppo cognitivo.
“Il piacere senso-motorio è l’evidente espressione dell’unità della personalità del bambino, perché crea la connessione tra le sensazioni corporee e gli stati tonico-emozionali […] esso deve essere riconosciuto come punto nodale, via principale di cambiamento nel bambino”.
Dott.ssa Ilaria Dissette
Terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva
BIBLIOGRAFIA
- Aucouturier B., Darrault I., Empinet J. L., La pratica psicomotoria. Rieducazione e terapia. Armando, 1986
- Aucouturier B., Il metodo Aucouturier. Fantasmi d’azione e pratica psicomotoria, Franco Angeli, 2011
- Aucouturier B.-A. LaPierre, La simbologia del movimento. Psicomotricità ed educazione, ed. Edipsicologiche, 1978.
- Vecchiato M., Il gioco psicomotorio. Psicomotricità psicodinamica, Armando, 2007
- Camaioni L., Di Blasio P., Psicologia dello sviluppo, Il Mulino Manuali, 2008